Il ricordo di Antonio Ghirelli
Antonio Ghirelli era un vero amante dello sport e un uomo di cultura; antifascista, poi comunista e quindi socialista; interprete autentico dell'anima di Napoli, alla quale ha dedicato numerose opere storiche, oltre ad una ricchissima produzione letteraria.
Ma, innanzitutto, Antonio Ghirelli è stato “un giornalista di razza” come lo ha ricordato il Presidente Napolitano, con cui aveva studiato insieme. Iniziando in età giovanissima, Ghirelli ha percorso una lunghissima carriera nei principali quotidiani italiani, con una ampia parentesi nelle tre testate sportive: prima collaboratore, poi giornalista diviso tra sport e terza pagina, direttore, fino a ricoprire l’incarico di capo ufficio stampa alla Presidenza della Repubblica con Pertini e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con Craxi.
Nato a Napoli il 10 maggio 1922, inizia a scrivere sulla rivista IX Maggio, il giornale della gioventù universitaria fascista di Napoli. Alla Federico II matura la sua passione per la cultura, cinema e teatro soprattutto, e l’impegno politico: la spinta antifascista lo porterà a partecipare alla Resistenza e ad iscriversi al Partito Comunista dal 1942. In quegli anni, è cronista a Radio Bologna Libera, una delle radio allestite dagli Alleati. Dopo la guerra si getta a capofitto nel giornalismo collaborando con L'Unità e Milano Sera. Sviluppa in questi anni una grande competenza sportiva, che lo porta a Paese Sera, alla Gazzetta dello Sport, poi alla direzione di Tuttosport e del Corriere dello Sport, che guida per una lunga stagione dal 1966 al 1977.
Nello stesso periodo, Ghirelli scrive sulla terza pagina di diverse testate con cui collabora, tra le quali Il Politecnico, Repubblica d’Italia, l’Avanti!, Il Corriere della Sera, Il Mondo. Una svolta alla sua carriera e alla sua militanza politica arriva nel 1956, quando con l'invasione dell'Ungheria, lascia il Pci e si iscrive al Partito socialista. Con l’elezione di Sandro Pertini alla Presidenza della Repubblica diventa capo ufficio stampa del Quirinale; dimessosi nel 1980, passa a dirigere l’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri durante i due governi Craxi (1983 – 1986). Quindi la guida del Tg2, per un breve periodo dal 1986 al 1987, e la direzione dell'Avanti! dal 1988 al 1989. Notevole anche la sua produzione saggistica, dalla “Storia del calcio in Italia” del 1954 ad “Aspettando la rivoluzione. Cento anni di sinistra italiana” del 2008.
In tutto 19 opere, divise tra le sue grandi passioni: il calcio (“Tre volte campioni del mondo”), la storia della natia Napoli (“Storia di Napoli”, “Napoli dalla guerra a Bassolino”, “Napoli italiana”, “Napoli sbagliata”), l’analisi politica (“Effetto Craxi. Profilo di un nuovo leader”, “Moro tra Nenni e Craxi”, “Tiranni: da Hitler a Pol Pot”, “Democristiani. Storia di una classe politica dagli anni Trenta alla Seconda Repubblica”).
Si è spento il 1 aprile 2012 a Roma all’età di 89 anni.