Buon compleanno ad Angelo Di Livio che compie 54 anni!
26 luglio 2020
giovedì 3 novembre 2016
Il 15 novembre, alle ore 20.45, Italia e Germania torneranno ad affrontarsi dopo il recente quarto di finale di UEFA Euro 2016 (INFO BIGLIETTI). Lo faranno sul palcoscenico prestigioso dello stadio "Giuseppe Meazza" di Milano, dove negli anni 60-70 andava abitualmente in scena uno dei più grandi calciatori della storia: Gianni Rivera. Attuale Presidente del Settore Tecnico della FIGC, e uomo simbolo della semifinale di Messico 1970 (Italia-Germania 4-3), l'ex Pallone d'Oro ha parlato in esclusiva con Vivoazzurro.it.
Sulla "Partita del Secolo" si è scritto tantissimo, così come sul suo gol di piatto destro al 111' che ha deciso l'incontro. C'è ancora qualcosa che non ha raccontato di quel leggendario evento? Forse non ho mai raccontato che io ero partito per calciare di sinistro sul primo palo, ma poi vedendo il movimento di Maier, ho scelto in pochi istanti di cambiare direzione al tiro. Facendolo, ho anche cambiato piede di calcio. Un particolare di cui mi sono accorto soltanto rivedendo il gol in televisione... Fu una rete che, nella sua semplicità, racchiuse in sé tutte le mie abilità: lucidità, velocità di pensiero e tecnica.
Cos'altro si ricorda di quella partita? Dalle mie parti stazionava Franz Beckenbauer, mi ricordo che stoicamente correva con il braccio fasciato al collo, a causa di una lussazione alla spalla. Poi... fu una partita in cui successe di tutto! Vincevamo uno a zero e al 90' il mio compagno in rossonero Schnellinger che, consentitemi la battuta, probabilmente si stava già dirigendo verso lo spogliatoio, si ritrovò tra i piedi la palla del pareggio, facendo così il suo unico gol in nazionale... Poi mi sono sentito un po' responsabile per la rete tedesca del 3-3, perché l'avevamo subita sul palo che stavo coprendo io. Così, quando ho avuto la palla del 4-3, sono stato ancora più motivato a fare gol.
Come è cambiata la Germania calcistica in tutti questi anni? E' sempre quella. Gioca un ottimo calcio, e non ha mai mancato la qualificazione alle fasi finali dei Mondiali. Oggi è una squadra di alto livello, che beneficia anche del lavoro svolto a livello federale sui settori giovanili.
Qual è il giocatore che ammira di più della Germania? Ai miei tempi forse avevano sia un gruppo coeso che delle grandi individualità. Ora hanno tanti ottimi giocatori, ma non vedo un vero e proprio numero uno, come poteva essere Beckenbauer.
Ad affrontare i tedeschi campioni del Mondo in carica, ci sarà la nuova Italia di Ventura. Come ha visto la squadra dopo le prime uscite? Sta facendo bene. Non ci sono individualità eccezionali, ma molti giocatori di qualità. E' un buon gruppo, figlio di quello che ha ben figurato agli Europei.
La prossima sfida tra le due nazionali si disputerà a Milano. Una città in cui lei ha vissuto per parecchi anni. Se dovesse descriverla con tre aggettivi quali utilizzerebbe? Concreta, europea, viva.
Com'è per un calciatore giocare a San Siro? E' lo stadio ideale. Non avendo la pista di atletica si sente maggiormente il calore dei tifosi.
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