Patrizia Panico: “Studio, mi alleno e imparo il giapponese”
Intervista all’allenatrice dell’Under 15, leggendaria azzurra dei record, amante dei Manga e delle serie tvgiovedì 7 maggio 2020
Patrizia Panico è stata una delle stelle più sfolgoranti del nostro calcio. Nessuna calciatrice ha mai vinto il titolo di capocannoniere della Serie A per 14 volte, né disputato 204 gare in Nazionale o realizzato in azzurro 110 gol. In altre parole, trattasi di un record vivente, inserito di diritto tra le stelle immortali della Hall of Fame del Calcio Italiano nell’edizione 2015. E a proposito di record, dopo avere appeso le scarpette al chiodo, nel 2016, Patrizia è diventata anche la prima donna ad allenare una nazionale maschile, quell’Under 15 di cui è al timone dal 2017. Residente a Roma, la sua città natale, l'abbiamo intervista in esclusiva.
Qual è la tua giornata tipo di questi tempi?
La mattina leggo la rassegna stampa e mi alleno. Quindi studio per il corso da allenatore UEFA Pro e scrivo la mia tesi incentrata sui modi per andare a segno. Inoltre leggo molto, approfondisco la lingua inglese e le varie tematiche calcistiche utili al mio lavoro.
Come ti stai mantenendo in forma?
In questi giorni mi sto allenando come non facevo da tanto. Avendo la fortuna di avere tanto spazio e un ampio giardino, riesco a esercitarmi in modo completo, dal funzionale alle variazioni di velocità, dalle navette agli attrezzi.
Oltre a studio e allenamento, come riempi le tue giornate?
Imparo il giapponese. Sono sempre stata affascinata dalla scrittura e dalle cultura nipponica e, più generalmente, dalla cultura orientale. Amo guardare le partite di calcio del Sol Levante e leggere Manga, come, ad esempio, Tokyo Ghoul. Dopo cena seguo le serie Tv: Homeland, La Casa di Carta, Prison Break e Bates Motel, amo la suspense e i thriller.
Come te la cavi con l’eFoot?
Gioco un po’ a FIFA20, ma non on-line. Tra l'altro, a Coverciano, durante le selezioni della eNazionale, ho avuto modo di chiedere qualche consiglio ad alcuni player.
Dal 2018 sei alla guida della Nazionale Under 15 maschile, come ti trovi nel ruolo di allenatrice?
Mi trovo benissimo, mi piace lavorare con i ragazzi. Mi piace selezionarli, andarli a vedere in gara durante il campionato, accompagnarli alla loro prima presenza in una nazionale e cercare di metterli a loro agio in campo. E’ un lavoro gratificante perché è svolto insieme a ragazzi giovani, con grandi aspettative, ma anche tanto talento.
Sei rimasta in contatto con i tuoi Azzurrini negli ultimi mesi?
Li sento spesso. Ma non solo loro, anche quelli avuti negli anni passati. Anzi, mi spiace solo non poterli seguire personalmente nel loro percorso, dato che ogni anno passano di categoria e vanno sotto altri allenatori.
Sei stata una delle più grandi calciatrici della storia italiana, e hai smesso di giocare solo pochi anni prima dell’affermazione al grande pubblico del calcio femminile nel nostro paese. Una crescita d'interesse culminata con l’ingresso in campionato di club blasonati e con il grande Mondiale disputato lo scorso anno dalle Azzurre di Milena Bertolini. Come hai vissuto lontana dal campo questa positiva e repentina evoluzione del movimento?
Io sono stata contentissima di ciò che è avvenuto, e non mi ritengo sfortunata per non essere nata dieci anni dopo. Ognuno è figlio del suo tempo, e il nostro movimento ha raggiunto questo livello, anche a grazie a ciò che c’è stato prima con me e altre calciatrici che hanno dato tutto. Sono felicissima di come si stia sviluppando questo percorso, avviato molto tempo fa, ma siamo ancora in fase di crescita. Quindi non fermiamoci qui. Andiamo avanti su questa strada, per non rischiare di tornare indietro.
Come ti saresti trovata da calciatrice nel contesto attuale?
Sarei stata agevolata da strutture più importanti e staff più qualificati. Anche se forse a livello personale avrei avuto meno libertà: dal decidere da chi farmi curare per un infortunio, ai vincoli di partecipazione ai raduni. Da un punto di vista professionale invece sarebbe stato tutto più entusiasmante... Ciò premesso, il mio modo di allenarmi mi ha consentito di giocare ai massimi livelli fino a 41 anni; almeno rispetto al tempo che ho vissuto in campo, credo di essermi allenata bene.
Se potessi scegliere una ragazza della Nazionale di Milena Bertolini da inserire nella tua Under 15, quale sceglieresti?
Quest’anno ho avuto un bella squadra, che non ha mai perso una partita. E’ un gruppo importante di cui vado molto orgogliosa. Quindi, premesso che non sostituirei nessuno di loro, per rispondere alla domanda, sceglierei Manuela Giugliano, perché con la sua intelligenza e tecnica potrei schierarla ovunque. E’ una calciatrice che mi piace molto.
A chi daresti lo “Scudetto del Cuore” per la lotta al Covid-19?
La penso come l’artista Bansky, che ha recentemente realizzato un dipinto in cui un bambino pesca un’infermiera da una cesta piena di pupazzi raffiguranti i supereroi. Quindi, lo assegnerei sicuramente allo staff medico-sanitario. Perché, anche se queste persone non rischiano la vita per diventare eroi, di fatto lo sono.