Intervista a Gabriele Gori (Vivo Azzurro)
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mercoledì 16 ottobre 2013
Nonostante il pareggio sofferto contro l’Armenia, Cesare Prandelli non ha perso le sue certezze. E forse ne ha anche trovate di nuove. La prima riguarda senza dubbio Balotelli: per il cittì l’Italia che andrà al Mondiale non può fare a meno dell’attaccante del Milan: “Avete visto? Mario bisogna farlo arrabbiare per vederlo giocare così bene. Ha vissuto giorni di palpabile disagio, dobbiamo stringerci ancora di più attorno a lui e con lui. Non mi piacciono le crociate, ma abbiamo capito tutti che Balotelli è imprescindibile, se vogliamo andare oltre i nostri limiti. Deve essere integrato ancora di più”.
Non contano i “capricci”, i messaggi via tweet e tutto il resto. “Preferisco parlare, capire se ci sono margini di miglioramento, e con Balotelli c'erano e ci sono. Se poi sbaglia glielo dico. Il suo disagio era palpabile, oltre che contagioso, e non so dire il perché. Per la prima volta mi sono davvero preoccupato, la concentrazione non si accende e spegne con un bottone. Il problema muscolare, poi la dissenteria e tre giorni senza muoversi. E tutti a dire che non voleva andare a Napoli, a mettere in dubbio il bollettino medico: ecco, quelle sono cose che fanno male. Non era scontato recuperasse, ma io gli avevo detto: entri a partita in corso e sei decisivo. E' chiaro che
non cambieremo noi Mario. Ma se capiamo che è importante per tutti, avremo fatto un passo avanti. Il gruppo in questi giorni l'ho ha fatto, gli è stato vicino. Mario deve essere integrato ancora di più. Non so se 'tutelarlo' sia la parola giusta, ma dobbiamo stringerci tutti attorno a lui, e con lui”.
Intanto l’Italia non sarà testa di serie al Mondiale, ma Prandelli non si preoccupa: “E' sopratutto questione di prestigio. Non mi spaventa il rischio di trovare subito Brasile o Spagna, guardate come è andata all'Europeo. E' quasi meglio così. Vogliamo sempre sognare in grande, preferisco partire con umiltà e concentrazione”.
Nella notte di Napoli ha avuto anche il tempo di guardare più in là del pareggio con l’Armenia: “Sul modulo ho ragionato - la riflessione di Prandelli – siamo nati con il centrocampo a quattro, le altre formule non hanno mai dato continuità di gioco: si possono riproporre, ma se ci sono certi interpreti. A Napoli ho cambiato molto,
puntando sulla freschezza. Mi aspettavo qualcosa di più, anche da chi in campionato ha mostrato tanto. L'aspetto psicologico, la capacità di impatto alla partita è importante per la nazionale. Insigne? Ha giocato un'ottima partita, ha mostrato personalità oltre alle giocate. La difesa prende troppi gol? Non sono preoccupato, ma certe considerazioni le dovrò fare”.
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