Intervista a Gabriele Gori (Vivo Azzurro)
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lunedì 30 dicembre 2013
"L'esordio in amichevole con il Brasile rimane la mia partita più importante perchè ebbi il tempo di entrare nel match e fare qualcosa di buono. L'emozione del Maracanà invece resterà il mio momento più forte: l'avvertivo nel riscaldamento, per 6 o 7 minuti non riuscivo a rompere il fiato con quello che provavo. Conservo molte maglie, quella però la faccio incorniciare." Lo ha dichiarato Alessio Cerci in un'intervista realizzata da Marco Ansaldo e pubblicata integralmente sul numero odierno de La Stampa.
Dalla Confederations Cup 2013 al Mondiale 2014: "Mancano 21 partite alla fine del campionato, quando Prandelli farà le scelte: devo riuscire a convincerlo."
Cerci è una delle poche "ale" del calcio italiano, una tipologia di calciatore più comune nei più importanti campionati esteri: "Sono orgoglioso del mio gioco e lo considero un pregio però è vero che in Italia ho un piccolo problema: tra le grandi del campionato solo la Roma e il Napoli hanno ali offensive che saltano l'uomo. Le altre, Juve compresa, ci mettono i terzini. Le tre più forti d'Europa, cioè Bayern, Bacellona e Real Madrid, giocano con ali d'attacco e vincono le coppe. In Spagna, in Germania e soprattutto in Inghilterra la tendenza è di allargare il campo con gli esterni: diciamo che avrei più chance."
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