In trasferta

FAR-OER: "Le isole delle pecore"

lunedì 15 agosto 2011

FAR-OER:

Diciotto macchie di basalto emerse nel cuore della corrente del golfo, a metà strada tra le Isole Shetland, la Norvegia e l'Islanda. Sferzate dal vento nord-atlantico e avvolte da una nebbia fitta e imprevedibile che solo i colori vivaci delle caratteristiche abitazioni dal tetto erboso riescono a stemperare. Questa la carta di identità delle Isole Far Oer ("Isole delle pecore"), territorio autonomo del Regno di Danimarca dotato di una propria bandiera e un Parlamento nazionale il cui edificio in legno domina la baia di Torshavn, la capitale. 48.000 gli abitanti, distribuiti su diciassette isole, e una lingua che testimonia l'antica matrice vichinga celebrata nelle saghe della tradizione orale e nelle feste popolari rigorosamente riservate agli autoctoni. L'economia del Paese è principalmente incentrata sull'industria della pesca (97% delle esportazioni), tanto che, in norreno, il nome della capitale faroese Torshavn significa "Il porto di Thor": divinità del pantheon nordico a cui erano soliti votarsi i pescatori di quelle latitudini. Ed è proprio il martello Mjolnir del dio "ammazza-giganti" che capeggia sullo stemma della città. Il calcio recita una parte importante della vita sociale faroese: la nazionale partecipa di diritto alle competizioni internazionali dal 1988, e attinge la maggior parte dei suoi giocatori dalle 10 squadre che disputano il Formuladeildin, il campionato di prima divisione.