1936

Il secondo capolavoro di Pozzo

olimpiadi 1936

La medaglia d'oro conquistata dall'Italia ai Giochi Olimpici di Berlino del 1936 è il secondo capolavoro di Vittorio Pozzo. Tanto prestigioso quanto imprevedibile. Il Commissario Tecnico allestisce in poco tempo una selezione formata da studenti universitari che, per la stragrande maggioranza, non hanno mai calcato i campi della Serie A.

Una banda di giovanotti allegri e incoscienti, pressoché privi di esperienza internazionale, età media 21 anni, che si calano nell'avventura olimpica con entusiasmo e serietà da veri professionisti dello sport. Pozzo chiede loro dedizione assoluta e soprattutto di onorare la maglia che indossano. E viene ripagato come forse non avrebbe mai immaginato.

Trascinati da Annibale Frossi, che gioca con gli occhiali non per vezzo ma perché miope, gli azzurri spazzano via Stati Uniti, Giappone e Norvegia in semifinale. Il 15 agosto a contendere all'Italia l'oro olimpico di fronte ai 90.000 spettatori dell'Olympia Stadion di Berlino è l'Austria. L'Italia passa in vantaggio con Frossi al 70' ma dieci minuti più tardi pareggia Kainberger e si va ai supplementari.Ci pensa ancora una volta Frossi rimettere le cose a posto, con il gol che vale l'unico oro olimpico del calcio italiano.