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13 giugno 2021
lunedì 15 giugno 2009
Pronti per la grande avventura. Poche ore e si aprirà il sipario sul Campionato Europeo Under 21, il secondo di Casiraghi che sulla panchina azzurra siede dall’estate del 2006. Un torneo dal sapore particolare, se non altro perché gli Azzurrini ripartono dalla delusione rimediata due anni fa in Olanda quando non superarono il girone di qualificazione per colpa della Serbia. E proprio dalla Serbia si ricomincia. Il tecnico mette da parte i ricordi amari e nella conferenza ufficiale della vigilia si presenta carico al punto giusto, come la sua squadra: “Siamo tranquilli – spiega – perché in questo periodo di preparazione abbiamo lavorato bene, sia sotto l’aspetto fisico che mentale. Il gruppo è pronto, la tensione è inutile nasconderlo c’è, ma in competizioni come questa è inevitabile. E spero che funzioni in senso positivo. Mi auguro che i miei ragazzi siano protagonisti di questo Europeo, hanno un grande futuro e lo meritano”.
Un’esperienza importante per molti. Ma anche per Casiraghi, che sulla panchina azzurra ha raccolta un’eredità pesante: ben cinque i titoli vinti dall’Under, tre con Maldini, uno con Tardelli e uno con Gentile. L’ultimo risale al 2004, in Germania. A cinque anni di distanza, la giovane Italia tenta l’assalto al sesto successo, forte di un gruppo, come ha sempre sottolineato lo stesso Casiraghi, “tecnicamente molto dotato”. “Ce la giochiamo alla pari con tutti – ribadisce l’allenatore – perché i 23 giocatori che ho a disposizione sono tutti sullo stesso livello, difficile fare delle scelte. E’ una grande occasione per tutti noi: durante le qualificazioni abbiamo dimostrato di che pasta è fatta questa squadra, adesso dobbiamo cogliere i frutti del lavoro di due anni”.
C’è la Serbia, all’esordio. E Casiraghi incalza: “La Serbia è una squadra molto solida in difesa e di grande qualità in attacco, dove ci sono giocatori molto bravi nell’uno contro uno. Siamo due squadre simili, per questo sarà una gara difficile. Potrebbe sbloccare il risultato una giocata occasionale, un’invenzione”.
E a Casiraghi i fantasisti non mancano: “La mia è una squadra più portata ad attaccare che a difendere – conclude il tecnico – ma il carattere non ci manca”. E, dunque, che l’avventura inizi.
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