Italia-Brasile, 70 anni di storia in 90 minuti. E Lippi prepara il riscatto
sabato 20 giugno 2009
Marcello Lippi lo definì il “derby del mondo” alla vigilia della partita che l’Italia giocò a febbraio scorso a Londra e che perse 2-0 con i gol di Elano e Robinho. Ma quella era un’amichevole. Domani sera invece c’è una sfida nella sfida, decisiva per gli Azzurri. Italia-Brasile è da settanta anni a questa parte la gara dei sogni, l’immagine simbolo della storia del calcio, dai gol di Pelè a quelli di Paolo Rossi, dai sei minuti di Rivera alle parate di Dino Zoff, le lacrime di Franco Baresi e Roberto Baggio, la delusione di Falcao, la grinta di Trapattoni, ricordi incancellabili. Su tutti la sfida più celebrata, quella del Mundial dell’82 che finì 3-2 per la Nazionale di Bearzot e che spinse l’Italia verso la conquista del titolo. Ed è proprio quello, quel 3-2 firmato da Paolo Rossi, l’ultimo successo degli Azzurri contro il Brasile.
Domani sera a Pretoria, come a febbraio a Londra, ci saranno in campo 9 titoli mondiali, un pezzo di storia. E ci sarà l’Italia che in 90 minuti si gioca la sua Confederations Cup, iniziata con un successo contro gli Stati Uniti e proseguita con l’amara sconfitta subita contro l’Egitto. Lippi prepara il riscatto. Al termine dell’allenamento della vigilia, mentre gli Azzurri preferiscono tacere per rimanere concentrati, il commissario tecnico smorza la tensione con qualche battuta: “Ci hanno definito delle mummie. No, non mi ha fatto nessun effetto, però ho pensato che non c’è stato nessuno sforzo di fantasia in quella definizione. E comunque le mummie a volte sciolgono le loro bende…”.
E’ quello che si augura il cittì. Confida nella reazione del gruppo, nell’orgoglio della squadra, soprattutto dei suoi “vecchietti” tanto criticati eppure tanto capaci di reazioni appropriate in caso di necessità. “Contro l’Egitto – continua ancora Lippi – sono state scritte cose inesatte. E’ vero che avevamo preparato delle soluzioni alternative che non hanno funzionato. Per esempio ho fatto giocare Rossi centravanti, perché loro avevano dei centrali lenti e volevamo metterli in difficoltà portandoli fuori zona: ma l’idea non è andata. Non è vero che loro correvano più di noi, io ho visto correre molto il portiere egiziano, da un palo all’altro”.
Lippi assicura, come aveva fatto alla vigilia dell’incontro con l’Egitto, che la sua Italia ha tanta voglia di vincere: “Ha lo stesso spirito che aveva ai Mondiali”.
Domani è atteso a Pretoria l’arrivo del presidente della Figc Abete, del vice presidente federale Albertini e del direttore generale Valentini. E in campo i sogni continueranno a rincorrersi: da una parte Kakà, Robinho, Julio Cesar, dall’altra Pirlo, Buffon, De Rossi, Cannavaro, tutta gente che comunque la propria pagina di storia l’ha già riempita.