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12 giugno 2021
mercoledì 19 settembre 2018
L’appuntamento con il 200° gol in maglia azzurra è rimandato al prossimo anno. Per ora Gabriele ‘Tin-Tin’ Gori, 199 reti in Nazionale e oltre 500 gol realizzati sulla sabbia, può ‘accontentarsi’ del titolo di Campione d’Europa, un trofeo a cui ha contribuito in maniera determinante, con 7 gol messi a segno nella Fase finale disputata ad Alghero, di cui almeno 3 da copertina grazie a quello che il suo pezzo forte nonché il colpo più spettacolare del Beach Soccer: la rovesciata. In un’intervista rilasciata in esclusiva a VivoAzzurro, il bomber viareggino racconta le emozioni di una Coppa che l’Italia è tornata ad alzare 13 anni dopo l’unico successo datato 2005: “Voglio dire grazie alla città di Alghero – esordisce Gori - perché ho tremendamente impressa l’immagine del nostro pubblico. Prima di ogni partita, arrivando nell’Arena, vedevo fiumi di gente in coda per entrare e gli spalti gremiti. Negli spogliatoi e durante il pre-partita pensavo tra me e me ‘dobbiamo farlo anche per loro’. Sono stati un sostegno meraviglioso, ci hanno dato una carica incredibile”.
E pensare che il cammino verso l’Europeo era iniziato in salita, con due sconfitte nella prima tappa delle qualificazioni di Baku: “Il percorso che ci ha portato alla Superfinal non è stato certamente dei migliori – conferma il numero 10 azzurro - abbiamo avuto più di qualche difficoltà, ma non avevo il minimo dubbio sulla caratura tecnica e morale di tutti gli elementi del gruppo. Un segno distintivo, che è croce e delizia di noi italiani, è il saper tirare fuori il meglio quando conta; ed è stato davvero così anche stavolta. Abbiamo fatto un ritiro di 18 giorni nel quale ci siamo compattati tantissimo, trovando un equilibrio perfetto. Nello specifico, però, ci sono stati due momenti che mi hanno instillato la convinzione che potessimo davvero farcela: la rete di tacco di Marinai contro la Russia all’extra time e il mio gol, sempre durante i supplementari, nel tiratissimo scontro contro l’Ucraina, seguito, pochi secondi dopo, da una parata clamorosa di Del Mestre che ha salvato il risultato. Vincere due partite cruciali in questo modo mi ha fatto davvero pensare che potesse essere la volta buona per noi”.
Nella finale con la Spagna tutti aspettavano il suo 200° gol in Nazionale, ma contro ogni previsione ‘Tin-Tin’ non è entrato nel tabellino dei marcatori. Alle reti di Alessio Frainetti e Paolo Palmacci ha risposto Llorenc con una spettacolare doppietta, che ha portato la sfida all’epilogo più sofferto, quei calci di rigore che un anno fa avevano premiato l’Italia nella finalina dell’Europeo proprio contro la Spagna, ma che in passato più volte si erano rivelati fatali: “Siamo arrivati in finale convintissimi dei nostri mezzi. Battuti colossi come Bielorussia, Russia e Ucraina, la Spagna non poteva incuterci alcun timore, pur nutrendo il dovuto rispetto per loro. Al momento dei rigori, per qualche istante, ha fatto capolino tra alcuni di noi lo spettro della semifinale del Mondiale 2015 (persa ai rigori contro Tahiti, ndr), ma è un cattivo pensiero che è svanito subito. Ogni rigore che abbiamo calciato era praticamente imparabile e sentivamo che, presto o tardi, Del Mestre o Carpita ne avrebbero parato uno. Alla fine è stata una vera maratona, ma non è mai mancata la convinzione di farcela”.
Se è vero che la fame vien mangiando, il titolo Europeo potrebbe rappresentare anche un punto di partenza per una Nazionale che non vuole più fermarsi: “Pochi attimi dopo la premiazione – racconta Gori nell’intervista a VivoAzzurro - salendo nuovamente sul pullman, ci siamo detti: ‘adesso ci manca il Mondiale’. Mentalmente eravamo e siamo già proiettati a un nuovo obiettivo. Questo gruppo lavora insieme da quasi un decennio, ed erano 13 anni che l’Italia non alzava un trofeo (nel 2015 l’Italia ha conquistato la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo, ndr). Sinceramente non capivo il perché, dato il valore tecnico e lo spessore umano di tutti i miei compagni di squadra. Adesso che la ruota è girata non vogliamo più fermarci, non siamo assolutamente appagati. La prossima stagione vogliamo puntare nuovamente al massimo possibile. E anche gli obiettivi a livello personale non mancano: “Non mi nascondo dietro a un dito. Dopo questa vittoria il pensiero al Pallone d’Oro è venuto sia a me che a chi mi sta intorno: famiglia, compagni, amici. Nel 2016 andare alla cerimonia di premiazione come uno dei tre candidati al più importante trofeo individuale del mondo del Beach Soccer fu un’esperienza esaltante. Era la prima volta per un italiano nella storia della disciplina, e ne sentii davvero l’orgoglio. Mi fu detto che per poter aspirare concretamente alla vittoria del premio, tuttavia, avevo bisogno di raggiungere importanti traguardi con la squadra. In totale sincerità, ammetto che ho il sogno e l’ambizione di ricevere questo riconoscimento. Con un successo così prestigioso come quello appena conquistato con la Nazionale, non posso che essere determinato a farlo. Stavolta non mi accontenterei di prendere parte alla cerimonia, vorrei esserne il protagonista”.
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