Buffon lancia la sfida: “L’Italia può battere il Brasile e anche la Spagna”
venerdì 19 giugno 2009
Gigi Buffon lancia la sfida al Brasile. Il giorno dopo la sconfitta contro l’Egitto, il portiere della Nazionale scende in campo e va all’attacco, proprio come ha fatto ieri sera in occasione di un calcio d’angolo sul finale della partita. Buffon rifiuta le critiche al gioco e rilancia: “L’Italia non è mai stato il Paese del calcio champagne, o tecnico, o della vittoria facile, tipo 6-0. Il nostro è un calcio strong, l’Italia storicamente è una squadra combattiva, che se sta bene fisicamente è molto difficile se non impossibile da battere. Ma è una squadra che fatica con tutte le avversarie, è stato così anche al Mondiale che abbiamo vinto in Germania. Il calcio champagne da noi non è riuscito nemmeno a Sacchi, va lasciato al Brasile, al Barcellona. Non siamo mai stati globetrotters, non vedo perchè ci viene chiesto di esserlo di punto in bianco, anche da casa. Le critiche sul gioco sono state più dure in base al risultato”.
Non massacrate questa Italia, questo è l’appello di Buffon: “Sapevamo che questa Confederations – continua il numero uno azzurro - è un test per preparare il Mondiale e che ci sarebbero stati degli esperimenti. E' inutile
massacrare ora il tecnico e la nazionale. Se le cose non vanno, Lippi avrà la lucidità di cambiare: siamo sempre in grado di tornare indietro”.
“L’allenatore – continua Buffon - rispetto ai giocatori ha la lucidità mentale per capire cosa in campo non è andato come prestabilito. Lippi ci ha ripreso perchè era capitato anche con gli Usa, perchè nel primo tempo di queste due gare non siamo riusciti a fare quello che avevamo provato. I suoi rimproveri sono stati giusti. Magari come diceva Manzoni, la sconfitta può essere una provvida sventura. E noi non siamo appagati, anzi il k.o. agli Europei brucia ancora”.
Buffon non è preoccupato. Lui, che la squadra la vede da lontano, dice: “I nostri margini di miglioramento sono superiori ai nostri avversari e quindi in un futuro prossimo ci potrebbero consentire di toglierci delle soddisfazioni. La Confederations non è ancora finita. Possono ancora essercene. Ma gli esperimenti vanno fatti in maniera prudente per non rischiare di bruciare alcuni ragazzi. E comunque, per giocare in Nazionale, non bastano le qualità tecniche, serve anzitutto la personalità, e l’esperienza aiuta. Io, che pure ho bruciato le tappe, ho fatto due anni di panchina prima di giocare titolare in Nazionale, e facendo così sono stato tutelato”.
Poi avverte il Brasile: “Spero di dimostrare che non valiamo meno di loro. Io questo torneo lo voglio vincere. Ma se vinciamo e usciamo, io sono contento lo stesso: battere squadre forti come il Brasile sarebbe la cosa più importante. Egitto-Usa? Sarà equilibrata. L’Italia può battere il Brasile, la Spagna e poi di nuovo il Brasile”.