Abete: “Un’Italia troppo brutta, giusto uscire”. Toni: “Colpa di tutti”
lunedì 22 giugno 2009
“Dobbiamo valutare questa sconfitta per quello che è: siamo stati troppo brutti, è giusto uscire dalla Confederations Cup. Ritmi bassi, difficoltà complessive: dispiace perché bastava un gol per rimanere in corsa, ma non sarebbe stato giusto”: l’analisi, come sempre lucida anche se in questo caso amara, è del presidente della Figc Giancarlo Abete, al termine della sfida tra Italia e Brasile. Il numero uno della Federazione, che ha raggiunto la squadra proprio questa mattina insieme al vice presidente federale Albertini e al direttore generale Valentini, aveva immaginato di vivere ben altra serata. Soprattutto non si aspettava la “figuraccia”: “Dobbiamo cercare di fare tesoro di questa esperienza – continua Abete – per ripartire e cercare di colmare il gap che si è creato, andando ad individuare le cause e risolvere nel tempo che manca da qui al prossimo Mondiale. Non bisogna però commettere l’errore di fare processi a giocatori che ci hanno comunque regalato la Coppa del Mondo, anche perché non hanno problemi di età ma, come si è visto, di condizione fisica. Lippi è persona intelligente ed è giusto che difenda il suo gruppo”.
Il capitano Cannavaro, che ha eguagliato il record di 126 presenze di Paolo Maldini, è amareggiato: “Parlare di rinnovamento adesso è azzardato, bisogna aspettare quello che ti propone il campionato, poi il mister farà le sue valutazioni. Tornare a casa con due sconfitte non fa piacere a nessuno, eravamo qui per provare alcune cose e per far fare esperienza ai giovani, ma non è andata come ci aspettavamo”.
La difesa ha subito troppi gol, gli attaccanti, a parte Rossi, non hanno segnato. E’ spietata l’analisi di Toni: “Prendersela solo con gli attaccanti – dice – sarebbe ingeneroso. Tutta la squadra era in difficoltà, tutti dobbiamo rimboccarci le maniche e farci un esame di coscienza. Per competere con squadre come queste che hanno partecipato alla Confederations bisogna essere tutti al cento per cento e noi invece non stavamo bene fisicamente”.