Iniziative

Via all’Hackathon del calcio: a Trento innovatori al lavoro con la FIGC per lo sviluppo del sistema

sabato 14 ottobre 2017

Via all’Hackathon del calcio: a Trento innovatori al lavoro con la FIGC per lo sviluppo del sistema

Una maratona di innovazione per contribuire a tracciare nuovi indirizzi di sviluppo per il sistema calcio italiano: si è aperto questa mattina presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento l’Hackathon del calcio italiano (www.hackathon-figc.unitn.it), primo evento del genere in Italia, il primo mai realizzato da una Federazione Calcistica, promosso dalla FIGC insieme all’Università di Trento, a TrentinoSviluppo e alla Provincia Autonoma di Trento con il supporto di diversi partner: da Opta/OptaPro a SAP, da Accenture Digital e HIT a Puma e EIT Digital (European Institute of Technology), ItaliaStartup, Spindox, il Microsoft´s Global Sport Innovation Centre, UniCredit StartLab.

Nella due giorni trentina, i 150 partecipanti selezionati tra gli oltre 400 che si erano iscritti al’evento, si sfidano per elaborare l'"Innovazione totale" da applicare al mondo del calcio, da un lato per trovare nuove idee atte a valorizzare il rapporto tra Federazione e tesserati e dall’altro per cercare di ottimizzare i big data nel calcio, con particolare riferimento alla match analysis.

L’Hackathon è una novità nel già ricchissimo panorama degli eventi promossi dalla FIGC e alla vigilia dell’apertura dei lavori il Presidente federale Carlo Tavecchio ha ribadito il perché di questa scelta: “La FIGC lavora per il rinnovamento: lo abbiamo fatto con le riforme approvate e con la presentazione del nuovo logo, ma lo stiamo facendo anche aprendoci a diverse realtà, non necessariamente provenienti dal mondo del calcio, per ricevere spunti e nuove idee. Hackathon nasce così, da una proposta innovativa grazie alla quale ci verranno messi a disposizione strumenti in grado di migliorare le performance delle nostre Nazionali e la qualità del rapporto tra la Federcalcio e i suoi tesserati”.

E fuori dal campo, le innovazioni applicate allo sport possono rivelarsi un alleato prezioso per i territori che decidono di investirci: “Per molto tempo - spiega Paolo Bouquet, docente di Ingegneria informatica all'Università di Trento e delegato del Rettore per lo Sport - lo sport è stato visto con snobismo dal mondo universitario. Invece può interfacciarsi con molte discipline accademiche diverse, dall'ingegneria all'informatica all'economia fino alla psicologia e si rivela un potente driver di ricerca e innovazione con importanti ricadute positive sul tessuto industriale e a livello occupazionale”. Valutazione valida soprattutto per realtà come quella trentina: “Con esperienze come quella dell'Hackathon che si è aperto oggi riusciamo a mostrare come l'unione tra sport e innovazione possa portare vantaggi sia dal punto di vista della ricerca tecnologica e delle applicazioni per un territorio che vive di turismo e attività sportive”

HACKER AL LAVORO. Dopo l’apertura ufficiale della mattinata, gli hacker partecipanti si sono poi trasferiti nella struttura universitaria a Povo che li ospiterà fino a domani e dove ciascuno lavorerà ininterrottamente al proprio progetto. Prima del via, spazio anche a qualche battuta con i Media. "Un hacker - ha dichiarato Alessandro, 20 anni, uno dei partecipanti, all’Ansa - è innanzitutto una persona che studia e ha metodo. Per farlo bisogna essere in grado di organizzare se stessi. Darsi degli obiettivi, cercare di risolverli. E poi, non fermarsi". "Fra noi partecipanti c'è chi si intende di informatica, chi di economia, chi di sociale. Io cercherò di proporre una via per migliorare il rapporto fra la FIGC ed i sui tesserati" aggiunge Giuseppe, 22 anni, vicino a una laurea triennale in campo economico.

SPAZIO AI TALK. A quel punto, l’Hackathon si è trasformato in un luogo di riflessione e approfondimento, con una serie di talk dedicati ai principali temi dell’attualità calcistica, ai quali hanno partecipato e si sono confrontati sportivi, tecnici e rappresentanti della istituzioni calcistiche italiane, con la presenza del Direttore Generale FIGC Michele Uva, e internazionali, tra i quali Nicolas Evans della Fifa e numerosi componenti della Federazioni europee invitate dalla FIGC.

Il programma è iniziato con il talk denominato “Il calcio del futuro…oggi”, moderato dal Vice  Direttore della Gazzetta dello Sport Andrea Di Caro, nel quale si sono alternati Valter Di Salvo, Responsabile Performance e Ricerca del Club Italia e Roberto Rosetti, Lega Serie A - Video Assistant Referee (VAR) Project Leader. "Il Var - ha spiegato Rosetti - utilizza un protocollo unico in tutti i Paesi dove la sperimentazione è in corso e vuole aiutare l'arbitro a prendere le decisioni corrette, senza rovinare la bellezza e la fluidità del gioco. Da quando è stato introdotto in Italia, ha abbassato la conflittualità in campo, aiutando a prendere le giuste decisioni nei casi in cui si può incorrere in un chiaro errore". Secondo i dati presentati da Rosetti, dalla sua introduzione il Var e' stato impiegato in 69 casi, con una media di una sola decisione cambiata ogni 3,3 partita. In generale, il protocollo ha permesso una riduzione dei cartellini gialli chiamati rispetto allo stesso periodo della scorsa stagione (dai 313 ai 245). Diminuiscono anche i cartellini rossi (-9) e in generale i fischi per fallo (-57). In crescita, invece, i rigori, passati da 20 a 34. "Siamo in ritardo - ha concluso Rosetti - rispetto ad altri sport, siamo partiti due mesi fa con una tecnologia nuova, che porta sicuramente qualche problema, ma il cambiamento necessita di tempo. Teniamo tuttavia a mente l'obiettivo ultimo: la giustizia in campo”. 

Di Salvo ha poi parlato delle tante esperienze globali nelle quali la tecnologia è applicata al calcio: “Si utilizzano analisi statistiche e diversi tools per controllare il carico di allenamento e le gare attraverso sistemi di match analysis durante le partite. La tecnologia si sta rivelando strumento fondamentale per avere un calcio più dinamico, reattivo e, alla fine, più godibile, oltre che per garantire una carriera più duratura ai calciatori, cercando di limitare i danni fisici”. Un fondamentale apporto delle nuove tecnologie riguarda la misurazione e lo studio delle quattro componenti di un atleta: fisica, mentale, tattica e tecnica. “E' proprio per questo che la FIGC ha creato un database – noto come Big Data Football Management – che permette di raccogliere le informazioni più importanti di queste quattro aree. Nel database finisce tutto ciò che può aumentare l'efficacia di un allenamento di un calciatore. Dalle sue prestazioni in campo e fra una partita e l'altra fino al controllo dei livelli di stress durante una partita”.

Subito dopo, spazio alla tecnologia applicata al calcio nel talk “L’Assist della Tecnologia - Match Analysis e Nuove Frontiere”, moderato da Daniele Manusia, Direttore di UltimoUomo.com con la partecipazione di Antonio Gagliardi, Responsabile Match Analysis del Club Italia, Milena Bertolini, Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Femminile, Luigi Di Biagio, Tecnico della Nazionale Under 21. Secondo Gagliardi “la figura del match analyst ha fatto il suo passo in avanti in Italia da quando la FIGC ha istituito l’Area dedicata nel Club Italia puntando su 6 risorse e con il riconoscimento del match analyst come declinazione del ruolo di allenatore. Il nostro obiettivo resta quello di analizzare in maniera oggettiva - con video e dati - e fornire maggiori informazioni dell'avversario e verificare gli aspetti positivi e negativi della propria squadra.
Sul tema, il tecnico degli Azzurrini Di Biagio, reduce dal doppio successo con Ungheria e Marocco nelle due amichevoli di ottobre, aggiunge: “Rispetto ad altri sport il calcio è in ritardo, da parte nostra ci deve essere la capacità di capire quali dati ci possono interessare o meno, non tutti infatti possono aiutarci ma qualche altro invece può fare la differenza. La Nazionale ha poco tempo a disposizione e per questo motivo la tecnologia e quindi i match analyst sono fondamentali perché vanno a scremare quel lavoro che non avresti tempo di analizzare. Devo cercare di capire cosa è successo immediatamente dopo la gara o dopo l'allenamento e confrontarmi con loro continuamente. Credo inoltre che alla base di tutto ci debba essere la giusta empatia tra le due parti in quanto il match analyst deve capire che tipo di calcio vuole fare l'allenatore.

Il futuro al centro anche del successivo approfondimento “Calcio e Innovazione: strategie e visioni per il futuro”, moderato da Luca Corsolini, Responsabile Comunicazione Sport Symbola, con i contributi di Andrea David Rizzi, Strategic Partnership Manager di YouTube/Google, Vittoria Gozzi, Ceo di Wylab, Marco Bicocchi Pichi, Presidente di ItaliaStartup, Marco Nazzari, Managing Director di Nielsen Sports Italy, Luigi De Siervo, Amministratore Delegato di Infront Italy e David Bartolucci, Ceo di SHADO (H-FARM). 

Domani si prosegue con la conclusione della maratona di hacker e la premiazione dei progetti vincitori. In mattinata altra serie di eventi di approfondimento. Dalle ore 9.30 si continuerà a confrontarsi sul rapporto tra calcio e innovazione con gli interventi di numerosi rappresentanti di aziende leader nel settore.

Per il programma completo clicca qui:

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