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Seconde squadre: uno studio della FIGC conferma la necessità della riforma

venerdì 11 maggio 2018

Seconde squadre: uno studio della FIGC conferma la necessità della riforma

C’è anche un accurato studio della FIGC, elaborato dal Centro Studi e dal Club Italia/Match Analysis, a supportare l’analisi che ha portato oggi all’istituzione delle Seconde Squadre nel prossimo Campionato di Serie C. Numerosi gli spunti contenuti nel dossier (clicca qui per consultare il documento) in relazione all’impiego dei giovani calciatori nei club di Serie A e al loro minutaggio nelle Nazionali Azzurre.
 
Analisi della trafila
Nel corso delle ultime 10 stagioni sportive, appena il 6,5% dei giovani calciatori (15-21 anni) tesserati per club professionistici nel 2007-08 risulta ancora impegnato nel circuito del calcio professionistico italiano. La percentuale di calciatori rimasti all’interno della stessa serie professionistica oscilla tra il 4,4% della Serie A (appena 94 rispetto a 2.123) e l’1,9% della Lega Pro (111 su 5.795), mentre in Serie B il dato è pari al 2,2% (40 su 1.801). Nel 2016-2017, appena lo 0,5% dei calciatori considerati (46 su 9.719) risulta tesserato per lo stesso club professionistico del 2007-2008 (si passa dall’1,5% della Serie A allo 0,1% della Lega Pro).
 
Minutaggio calciatori under 21 
Grazie all’introduzione del tetto alle rose in Serie A, nel corso delle ultime 4 stagioni sportive è aumentato in termini significativi il minutaggio dei calciatori under 21 italiani (+4,6% in media in più all’anno) e stranieri (+3,7%).
Permangono tuttavia significative distanze nel numero complessivo di minuti disputati da calciatori italiani e stranieri; nel 2016-2017 i calciatori stranieri under 21 hanno giocato il 56% dei minuti in più rispetto ai pari età italiani.
Una distanza rilevante si riscontra nella fascia d’età 20-21 anni; i calciatori italiani hanno giocato nel 2016-2017 un totale di 21.710 minuti, quelli stranieri più del doppio (43.564).
 
Youth League, livello delle performance dei club italiani
Nelle prime 5 edizioni della UEFA Youth League, le squadre italiane partecipanti hanno disputato un totale di 95 partite, vincendone appena 34 (dato pari al 36%). La percentuale di partite vinte oscilla tra il 31,5% del 2015-2016 al 44% del 2016-2017, mentre nell’ultima stagione (2017-2018) si è attestata al 33%. Il miglior risultato è rappresentato dal terzo posto ottenuto dalla Roma nell’edizione 2014-2015, mentre nessun altro club italiano è stato in grado di raggiungere almeno i quarti di finale.
Nel confronto con le realtà internazionali, si segnala il caso inglese: i club di Premier League hanno vinto 2 titoli (entrambi con il Chelsea), raggiungendo per 3 volte la finale e per 4 volte la semifinale. 
 
Benchmark internazionale
La Serie A italiana si posiziona al 7° posto in Europa per età media (27,43 anni), nel confronto con le altre 30 principali top division. Nel raffronto con le 5 Top League europee, la Serie A risulta quella con l’età media più elevata, davanti a Inghilterra (27,33 anni), Spagna (27,18), Francia (26,38) e Germania (26,10).
Nel confronto aggregato a livello europeo, la Serie A in termini di esterofilia si posiziona al quinto posto, con oltre il 50% dei minuti di campionato giocati da calciatori nati all’estero. Rispetto alle altre principali Top League, solo la Premier League (61,05%) presenta un dato superiore a quello della Serie A, mentre Germania, Spagna e Francia presentano dati inferiori al 50%.
Il principale gap con le altre realtà europee emerge dal dato relativo al minutaggio dei calciatori cresciuti nei settori giovanili. La Serie A (6,02%) si posiziona al penultimo posto in Europa, davanti solo alla Turchia. Il parametro della Serie A risulta fortemente inferiore rispetto alle altre 4 Top League, con la Spagna in testa (20,47%), seguita da Germania (14,14%), Francia (13,75%) e Inghilterra (6,99%).
 
Nella stagione sportiva 2016-2017, appena il 9,9% dei calciatori registrati nelle rose delle società di Serie A proviene dai settori giovanili del proprio club di appartenenza. La percentuale della Top Division italiana risulta superiore solo rispetto a quella della Premier League inglese (8,5%), e largamente inferiore rispetto alla Liga spagnola (19,2%) e alla Ligue 1 francese (23,8%). Fortemente penalizzante anche il confronto tra singoli club: il numero di società con almeno il 15% di calciatori formati nei propri settori giovanili è pari a 4 in Italia, 5 in Inghilterra, 7 in Germania, 11 in Spagna e 14 in Francia
 
Analisi sulle Nazionali
Il numero di presenze nelle Rappresentative Nazionali dei calciatori convocati in Nazionale A per i Campionati Europei 2016 è stato pari a 1.136, il secondo dato più basso tra quelli registrati dal 2006. La principale criticità riguarda la diminuzione dell’utilizzo di calciatori passati per le Nazionali giovanili; i convocati nel 2016 hanno accumulato nella loro carriera appena 407 presenze nelle Rappresentative giovanili; si tratta del dato più basso tra quelli registrati dal 2006. L’età media dei calciatori convocati per i Campionati Europei 2016 è stata pari a 28,9 anni, dato inferiore solo ai Campionati Europei 2008 (29,2 anni).
 
Nel confronto con le altre principali Rappresentative Nazionali europee impegnate nelle qualificazioni per i Mondiali 2018, la Nazionale italiana rappresenta la squadra con l’età media più elevata (28,9 anni). L’età media risulta inoltre in crescita rispetto al 2015, quando il dato non superava i 28,4 anni. La Nazionale spagnola si attesta su un valore simile (28 anni di età media), mentre rimangono significative le distanze con la Nazionale francese (26,4), con quella inglese (25,9) e con quella tedesca (25,7).
 
Europeo Under 21 del 2017: i calciatori italiani contavano un minutaggio di 43.273 minuti, dato superiore solo a quello dell’Inghilterra (41.019), mentre emerge un forte differenziale con Germania (46.208) e Spagna (46.899). Con riferimento all’Italia, nel confronto con le ultime 2 edizioni del torneo emerge comunque un trend in miglioramento, per quanto riguarda i minuti disputati nei Campionati di Prima Divisione e nelle coppe europee. Il confronto più penalizzante rimane quello con la Nazionale spagnola, per quanto riguarda il minutaggio nei Campionati di Prima Divisione (quasi 4.000 minuti in più da parte degli spagnoli) e quello nelle competizioni europee (con un differenziale pari a circa 2.300 minuti).
 
Finale Europeo Under 19 del 2016: nel confronto tra il minutaggio a livello di prima squadra delle 2 Nazionali finaliste dei Campionati Europei Under 19 2016, emerge una netta prevalenza della Nazionale francese (21.778 minuti totali, in confronto ai 12.455 della Nazionale italiana). I calciatori della Nazionale italiana hanno disputato (al 31 dicembre 2016) appena 3.390 minuti nei Campionati di Prima Divisione, mentre i giocatori francesi quasi 11.600 (+242%). Anche il confronto relativo al minutaggio nelle coppe europee vede prevalere i transalpini (302 rispetto a 72). Risulta invece sostanzialmente in linea il dato sul minutaggio nei Campionati di Seconda Divisione (9.885 per i calciatori francesi, in confronto agli 8.156 minuti dei giocatori italiani).
 
Mondiale Under 20 del 2017: nel confronto tra il minutaggio a livello di prima squadra delle 5 Nazionali europee partecipanti ai Mondiali Under 20 2017, i calciatori italiani si caratterizzano per essere quelli con il minor numero di minuti giocati a livello di prima squadra (47.319). Le principali differenze sono riscontrabili nel confronto con la Francia: i giocatori transalpini hanno giocato un totale di 37.828 minuti nei Campionati di Prima Divisione (rispetto ai 9.614 dei calciatori italiani) e oltre 2.000 minuti nelle coppe europee (il dato relativo all’Italia è pari ad appena 43 minuti). L’Italia rappresenta invece la seconda Nazionale per minutaggio nei Campionati di Seconda Divisione (28.410, dietro solo al Portogallo, che sfiora i 60.000 minuti). La Germania primeggia invece nella classifica relativa Campionati di Terza Divisione o inferiori (principalmente in relazione ai minutaggi di calciatori impegnati con le seconde squadre dei club di Bundesliga).
 
Per consultare il documento prodotto dal Centro Studi della FIGC clicca qui