Attualità

Razzismo negli stadi: da FARE e FIGC progetti formativi di prevenzione

venerdì 4 maggio 2012

Razzismo negli stadi: da FARE e FIGC progetti formativi di prevenzione

“L’evento sportivo è l’anima del gioco del calcio, ma a volte si sottovaluta la dimensione del progetto formativo che è a monte di ciascun evento per ottenere dei risultati positivi negli stadi, sul campo, nel comportamento dei tifosi, tra i protagonisti del mondo del calcio, nel rispetto delle diversità”: così il presidente Giancarlo Abete ha sottolineato il ruolo attivo della FIGC nel contrasto a ogni forma di discriminazione razziale e di genere nel mondo del calcio, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’Assemblea della rete F.A.R.E. (Football Against Racism in Europe) tenutasi stamane a Palazzo Valentini alla presenza del Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, di William Gaillard, consigliere del presidente UEFA Michel Platini, di Filippo Fossati, presidente UISP, di Massimiliano Monnanni, direttore dell’Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali (UNAR) e  del Direttore della Rete FARE Piara Powar.
Il ruolo del mondo calcistico nelle iniziative di responsabilità sociale ha assunto negli anni recenti una dimensione significativa nel quadro di progetti integrati sostenuti dalle massime istituzioni sportive, mirati ad accrescere la consapevolezza di un fenomeno sociale deprecabile e purtroppo ancora diffuso. “L’attuale crisi economica in Europa - afferma William Gaillard, consigliere del presidente della Uefa Platini - purtroppo si rispecchia anche nel contesto calcistico con tensioni a tutti i livelli che riflettono un disagio sociale diffuso e a manifestazioni e atteggiamenti a carattere fortemente discriminatorio da parte di alcune frange estreme. Ancora oggi determinati valori non vengono condivisi su vasta scala: la popolarità del calcio ci permette di combattere tendenze pericolose, di essere parte integrante dell’antidoto che impedisce a certe realtà di svilupparsi e diffondersi”.    

FARE riunisce oltre cento organizzazioni non governative provenienti da 20 Paesi, impegnate a combattere il fenomeno della discriminazione e il razzismo nel mondo del calcio. Soggetto di rifermento in Italia è la UISP, da anni impegnata nel sostegno agli immigrati con iniziative a carattere sportivo principalmente orientate sui giovani, “per costruire una cultura improntata sul rispetto e sulla tolleranza partendo dalle nuove generazioni – ha sottolineato il presidente Filippo Fossati – quelle che in un futuro ormai vicino alimenteranno in maniera significativa il nostro movimento sportivo e calcistico”. “Pur essendo un piccolo Ente cerchiamo di occuparci del problema, ponendo attenzione soprattutto ai giovani che giocano nei campi di periferia - ha ricordato il presidente della Provincia di Roma Zingaretti – E’ importante agire negli stadi, ma ancora di più nei luoghi dove avviene la formazione culturale delle nuove generazioni. Occorre denunciare le forme di discriminazione, ma anche sottolineare gli sforzi delle associazioni che si occupano di combattere questo odioso fenomeno".
Oggi e domani, presso la Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i rappresentanti di 37 Paesi e numerose organizzazioni non governative saranno impegnati nella conferenza “Diamo una svolta al gioco. Uguaglianza, inclusione attivismo”. Previsti tra gli altri gli interventi di Howard Holmes (presidente FARE) e Karen Espelund (membro del Comitato esecutivo UEFA).  

Nella foto da sinistra: Piara Powar, direttore della Rete FARE,  William Gaillard, consigliere del Presidente UEFA Michel Platini, Giancarlo Abete, presidente della Figc,  Filippo Fossati, presidente UISP,  Massimiliano Monnanni, direttore UNAR e Carlo Paris,  giornalista di Rai Sport