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Il calcio resta nella Giunta del Coni, Abete eletto in quota dirigenti

martedì 19 febbraio 2013

Il calcio resta nella Giunta del Coni, Abete eletto in quota dirigenti

Con la conferma del suo presidente nella Giunta Esecutiva del Coni, il calcio italiano resta nel governo dello sport: un successo personale di Giancarlo Abete e un riconoscimento a tutta la FIGC, forte della  rappresentanza di 1milione e 400mila tesserati, 15mila società e 70mila squadre, dal calcio di vertice a quello giovanile e dilettantistico, cioè il 30 per cento di tutto il nostro movimento sportivo.
Abete, che ha ricevuto 33 voti, è stato rieletto in quota dirigenti insieme a Franco Chimenti (Golf), Luciano Buonfiglio (Canoa), Giorgio Scarso (Scherma) e Paolo Barelli (Nuoto), mentre Fabio Pigozzi e Sergio Anesi sono entrati di diritto in Giunta dopo il ritiro della candidatura da parte di Jury Chechi. In quota atleti sono state elette Alessandra Sensini e Fiona May, per gli Enti Regionali Fabio Sturani e come rappresentante provinciale Guglielmo Talento, mentre Massimo Achini della Uisp è stato confermato per gli Enti di promozione sportiva. In quota tecnici farà parte della Giunta Valentina Turisini.
Subito dopo la conclusione dell'assemblea,si è svolta la prima riunione informale della nuova Giunta del CONI,presieduta da Giovanni Malagò. Franco Chimenti è stato nominato vicepresidente vicario del Coni, mentre l’altro vicepresidente è il numero uno della Federscherma Giorgio Scarso. Come già anticipato da Malagò, Roberto Fabbricini sarà il segretario generale.

''Questa vittoria – ha dichiarato Abete in merito all’elezione di Malagò - è frutto di una realtà del paese, un vento di cambiamento, che come tale ha determinato degli effetti anche nel mondo sportivo. Ma voglio ricordare che il sistema sportivo è rimasto a livelli di grande eccellenza grazie al lavoro di Petrucci e Pagnozzi. Se il paese fosse ai livelli di ranking in cui è lo sport italiano avremmo un paese migliore''.
Il presidente federale ha anche criticato il comportamento di chi ha votato diversamente dopo aver espresso pubblicamente il proprio appoggio a Pagnozzi: “Il cambiamento è nella natura degli uomini: a volte dicono una cosa e poi ne fanno un'altra. Se c'è una lettura incontrovertibile è che è evidente che le dichiarazioni di consenso sono state maggioritarie per il dottor Pagnozzi. E' evidente che poi c'è piena autonomia decisionale, ma quello che si richiede è un livello di credibilità nel modo di presentarsi all'Opinione Pubblica. La mia problematica – ha concluso Abete -  non è collegata a dove si andava a spostare il consenso,  ma al valore centrale di un sistema sportivo: avere coerenza e fare all'esterno le cose che si rappresentano prima. Altrimenti si perde la credibilità del sistema, al di là delle persone che periodicamente assumono dei ruoli''.