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Al via la stagione 2010/11, gli arbitri promettono lavoro e impegno

venerdì 20 agosto 2010

Al via la stagione 2010/11, gli arbitri promettono lavoro e impegno

Da questa sera la stagione calcistica 2010 – 2011 entra nel vivo: con il calcio d’inizio del primo anticipo della Serie bwin, e la disputa della Supercoppa di Lega tra Inter e Roma in calendario domani a San Siro, anche gli arbitri italiani sono pronti a riprendere la loro attività. A Coverciano, l’AIA ha riunito i venti fischietti della Can A ed i ventiquattro della Can B, le due nuove squadre che il Presidente dell’AIA Marcello Nicchi ha volutamente ribattezzato “le due Nazionali dell’AIA, quella A e quella Under 21 dove si formano i giovani talenti”. A salutarli, oltre a Nicchi ed ai due designatori Stefano Braschi e Roberto Rosetti, un parterre d’eccezione: il Presidente federale Giancarlo Abete accompagnato dal vicepresidente Figc Demetrio Albertini e dal Direttore Generale Antonello Valentini, i due presidenti delle Leghe di Serie A e Serie B Maurizio Beretta e Andrea Abodi, il Presidente del Settore Tecnico Roberto Baggio, quello dell’AIAC Renzo Ulivieri, il vicepresidente AIA Narciso Pisacreta, il Chief refereeing officer Uefa Pierluigi Collina.

Oltre agli auguri di rito, il presidente Abete ha voluto ricordare gli obiettivi principali che attendono il calcio italiano: “Questa stagione 2010 – 2011 si prospetta impegnativa, dobbiamo riconquistare risultati sul versante della Nazionale e consolidarlo a livello di club per difendere un ranking difficile; ma dobbiamo anche riconquistare campo sui valori, ribadire la nostra cultura sportiva, fatta di serenità, rispetto delle regole, entusiasmo”. “Abbiamo il dovere – ha poi commentato il presidente FIGC - di tutelare gli interessi generali e la responsabilità di provare a fare sintesi di tante legittime aspettative con l’obiettivo di coniugare realtà diverse che sono la linfa vitale del nostro calcio, le Leghe, l’AIA, i calciatori e gli allenatori”.
A Beretta, che aveva parlato agli arbitri di “un rapporto fornitore – cliente, che deve prevedere piena soddisfazione di entrambi”, Abete ha poi ricordato la dimensione di una categoria, quella arbitrale, che, pur prestando un servizio, è animata da “una cultura da terzo settore, simile ad una onlus”, considerando tutti gli oltre 30.000 arbitri che dirigono dalle giovanili fino alla Serie A con la stessa grande passione. Abodi aveva inserito il rapporto dei suoi club con gli arbitri “all’interno di un sistema in cui ognuno può recitare  un ruolo attivo con serenità e consapevolezza del ruolo che svolge”.

In apertura, erano intervenuti i rappresentanti dell’AIA. Unanime il coro di Nicchi, Braschi e Rosetti nei confronti di Collina, per il lavoro svolto negli ultimi anni. “Questa è la stagione del rilancio – ha detto il Presidente AIA – e gli arbitri sono sereni e pronti: sono loro il prodotto delle 212 sezioni che le 19 regioni hanno poi selezionato nel tempo. Sono trascorsi pochi anni da quando eravamo confusi, in particolare nel settore arbitrale, e già oggi si vedono i risultati, come ad esempio il ricambio dirigenziale fino a poco fa impensabile”. “L’errore è dietro l’angolo – ha poi aggiunto Nicchi – speriamo ce ne siano pochi. Ma quello che vogliamo è la collaborazione dentro e fuori dal campo. Non sarà più tollerato il gioco violento perché genera violenza sugli spalti, nei confronti degli spettatori, ma anche dei nostri arbitri in periferia”.

Braschi e Rosetti hanno parlato di “sinergia e sintonia” tra Can A e Can B. “Ho avuto ottime sensazioni – ha detto il responsabile degli arbitri top tra cui ci sono ben 10 internazionali – a Sportilia, dove ho visto persone attente, con un grande entusiasmo di cominciare. Anche io, se potessi, mi designerei per tutte le 10 gare della prima giornata…” “Dobbiamo dare a chi gioca delle certezze su quello che si può e non può fare. Se non uniformi, dobbiamo fare cose simili. Promettiamo null’altro che lavoro e impegno. Ho fiducia nei miei ragazzi”. “Abbiamo due obiettivi – ha aggiunto Rosetti – quello di essere pronti per la Serie bwin, un campionato difficile e lungo, con 462 tappe e quello di lavorare in sinergia con la Can A per parlare la stessa lingua tecnica”. “Dobbiamo preparare – ha concluso il neo designatore del torneo cadetto -  l’arbitro moderno su tematiche globali: il regolamento, la tattica, i giocatori, le informazioni su dove si andrà a dirigere”.

Emozionato, per il saluto del padrone di casa, il neo presidente del Settore Tecnico Roberto Baggio: “Spero il vostro ritiro sia andato bene e vi faccio un grande in bocca al lupo per la stagione che sta per cominciare”.

Al termine della conferenza stampa, il Presidente della Figc Giancarlo Abete ha consegnato il Premio “Giovanni Mauro”, a Paolo Tagliavento, giudicato il miglior arbitro della scorsa stagione. Il fischietto ternano è il 74° arbitro insignito di questo premio, istituito nel lontano 1935-36 in occasione del primo raduno precampionato degli arbitri che si svolse, in quell’occasione, a Merano. Il premio, il più antico del calcio italiano, fu intitolato al Presidente degli arbitri appena passato al ruolo di Vicepresidente federale. Da quell’anno il premio è stato una consuetudine interrotta solo nel 1944-45 quando le circostanze belliche ne avevano impedito la consegna.